Ricorderete tutti l’annuncio del professor Paolo Zamboni: esiste una relazione tra sclerosi multipla e malformazione delle vene CCSVI. Il cosiddetto Metodo Zamboni è stato accolto con cautela dalla comunità scientifica, ma con grande speranza da parte dei malati di sclerosi multipla.
La sperimentazione sarebbe dovuta partire grazie ai fondi dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM), che però si è tirata indietro dopo i risultati dello studio CoSMo. Il comitato scientifico infatti non ha dimostrato una relazione tra le due patologie.
Il sottoporsi all’intervento di angioplastica, però, è stato di grande giovamento per molti pazienti, che sono ricorsi alla chirurgia in cliniche private, contro il parere dei neurologi che li avevano in cura.
A sorpresa, la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha deciso di finanziare l’intero progetto di sperimentazione nazionale, stanziando 2,7 milioni di euro e anticipando così anche le quote di finanziamento delle altre regioni italiane.
Brave Dreams, così è stato chiamato lo studio, vuole valutare l’efficacia clinica dell’angioplastica venosa nei pazienti affetti da sclerosi multipla. La sperimentazione coinvolge 700 pazienti in 19 centri ospedalieri.