Una terapia nuova e molto incisiva su diverse malattie reumatiche è approdata in Europa e forse presto anche in Italia. Si chiama Crioterapia e per anni è stata usata solo come terapia localizzata. Nata in Giappone e poi diffusasi nel nostro continente a partire dal 1980, soprattutto nel Nord Europa, la crioterapia si basa sul principio che il freddo allieva i dolori. La sua efficacia è stata scientificamente dimostrata, oltre che nella fibromialgia, anche in svariate patologie reumatiche, infiammatorie, autoimmuni, nelle connettiviti e nelle bronchiti spastiche. Inoltre, sembra essere efficace anche per stress ed insonnia.
La crioterapia generalizzata prevede l’entrata nella stanza del freddo da parte del paziente, sotto stretto controllo del medico, e dopo accurati accertamenti che ne determinino l’idoneità alla terapia. “La crioterapia è vietata a ipertesi e cardiopatici – spiega il dottor Georg Kettenhuber, medico austriaco ed esperto della disciplina – perché con il freddo l’organismo reagisce con una violenta vasodilatazione. Niente crio anche per le donne incinte”.
Prima di ogni trattamento il medico controlla pressione e battito cardiaco del paziente. Successivamente quest’ultimo viene ‘vestito’ con costume da bagno, fascia per riparare le orecchie, mascherina per proteggere le vie respiratorie, calze, scarpe da ginnastica e guanti. A questo punto è fatto accomodare all’interno della prima camera, a -15°, in modo da provocare una sorta di acclimatamento del corpo. Alcuni secondi e poi il passaggio nella seconda stanza a -60°. Breve camminata e trasferimento nell’ultima stanza, dove inizia la vera e propria terapia del freddo, a -110°. La cabina del freddo è ben illuminata ed è collegata alla stanza in cui si trova il personale medico di controllo. L’aria all’interno della cabina è estremamente asciutta con una percentuale di umidità vicino allo zero. La permanenza all’interno della cabina varia a seconda dei casi, da 1 a 4 minuti, durante i quali occorre muoversi, ma non in modo veloce, accompagnati da una musica di sottofondo. Al termine del tempo prestabilito, si ripercorro il percorso fatto, a ritroso, attraverso le varie stanze. All’uscita la sensazione è quella di trovarsi in un atollo caraibico. Ci si sente inizialmente spossati, ma in poco tempo sempre più vitali ed euforici.
Dopo una serie di trattamenti la maggior parte dei pazienti riferisce un netto miglioramento della sintomatologia. “In pratica – come spiega ancora il dottor Kettenhuber – il freddo blocca la strada ad altri stimoli nervosi in modo che questi non giungano a destinazione. Molti dei nostri pazienti soffrono di infiammazioni croniche e il freddo per loro è l’unico modo per non provare dolore per qualche ora e dopo un ciclo completo provano sollievo per settimane”. La crioterapia influisce positivamente anche sul sistema immunitario e sulla respirazione.
Le cliniche specializzate in crioterapia sono diffuse , in Germania, Polonia, Finlandia, Russia, Francia, Gran Bretagna e Austria, dove due strutture sono proprio a pochi chilometri dal confine italiano: a Bad Bleiberg, nel centro di cura Kurzentrum, a venti chilometri da Tarvisio e a Seefeld, all’hotel AlpenMed Lamm, a dieci minuti da Innsbruck.