Ictus e infarto: due malattie con una larga incidenza nella popolazione. Fra le prime come causa di morte, insieme ai tumori. Ora una ricerca pubblicata dalla rivista Circulation: Cardiovascular Genetics, dice che la trasmissione genetica ha un ruolo più forte per l’infarto che per l’ictus. In parole povere se fra i genitori o i nonni qualcuno è stato colpito di infarto, il rischio individuale di soffrirne aumenta, più di quanto aumenti nel caso in cui la patologia presente in famiglia sia l’ictus. Ne consegue che, per non sovrastimare il rischio di ictus, i due disturbi dovrebbero essere valutati seguendo parametri differenti.
Allo studio che ha portato a tale conclusione hanno preso parte 906 pazienti con disturbi cardiaci acuti (un infarto) e 1.015 reduci da un evento cerebrale acuto (un ictus o un’ischemia). Mentre il 30% di chi soffre di problemi cardiaci ha un genitore infartuato e il 5% entrambi, solo il 21% di chi ha avuto un ictus o un attacco ischemico transitorio ha un genitore che ne ha sofferto e solo nel 2% dei casi entrambi i genitori sono stati vittime di un ictus. E anche nel caso si esaminino i fratelli, se il 21% dei pazienti con disturbi di cuore ha almeno un fratello infartuato e il 7% almeno due, per quanto riguarda l’ictus queste percentuali passano all’8 e al 14%. La familiarità quindi ha un effetto più importante nel caso di problemi cardiovascolari acuti.
“Molta dell’ereditarietà dell’ictus è dovuta ai geni responsabili della pressione alta, cosa che non trova riscontro nell’infarto”, spiega Peter Rothwell dell’Università di Oxford (Regno Unito), coordinatore della ricerca. Ma questo studio dimostra che “la suscettibilità all’ictus è ereditata meno fortemente della suscettibilità all’infarto”
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