Febbre del Nilo: sintomi e cure

di mediblog 12 ottobre 2009

Febbre del Nilo

Dopo la psicosi dilagante scatena dall’Influenza A, ora è scattata l’agitazione nel Nord-est italiano per i casi accertati di Febbre del Nilo. Anche se c’è chi ipotizza un silenzio stampa voluto, gli esperti minimizzano la portata di questi eventi. La Febbre del Nilo rimane comunque una patologia virale pericolosa in grado di provocare nelle sue forme peggiori meningite ed è per questo motivo che gli organi competenti hanno preferito dare disposizioni in materia di prevenzione.

A tal proposito il Centro nazionale sangue (Cns) ha bloccato le donazioni, almeno per 28 giorni, a partire dal giorno di permanenza, ai donatori che abbiano soggiornato in aree a rischio. Nell’uomo, infatti,  è rara l’eventualità di trasmissione tramite trasfusione di sangue e solo qualora si verifichi nel breve periodi della fase viremica. Le province italiane a rischio sono quelle di Venezia, Mantova, Ferrara, Rovigo, Modena, Reggio Emilia e Bologna.

INFORMAZIONI SULLA FEBBRE DEL NILO

La Febbre del Nilo occidentale (West Nile Disease) è una malattia infettiva di origine virale che si manifesta con danni neurologici, febbre alta e complicazioni a volte letali. Il suo nome deriva dal distretto dell’Uganda in cui nel 1937 è stato identificato per la prima volta il virus in un essere umano. Per tutto il 20esimo secolo si sono registrati molti focolai della malattia in tutto il mondo. Nel 2002 la Febbre del Nilo ha colpito gli Stati Uniti provocando un’epidemia. Il focolaio di zanzare infette fu individuato nel cuore di New York, a Central Park.

La febbre del Nilo colpisce diverse specie di vertebrati tra cui gli uccelli, i cavalli e gli esseri umani (ma anche cani, gatti, pipistrelli, scoiattoli e conigli). L’agente infettante sopravvive in natura tramite la realizzazione di un ciclo che coinvolge le zanzare, come serbatoio e vettore biologico, e gli uccelli (soprattutto passeriformi), come ospiti amplificatori. Gli studiosi hanno individuato almeno 26 specie di zanzare possibili portatrici del Virus tra cui molte del genere Culex, come la zanzara domestica Culex Pipiens o la Aedes albopictus (zanzara tigre). La zanzara si nutre del sangue di un uccello infetto e l’agente patogeno, moltiplicandosi nel corpo dell’insetto, dopo circa due settimane, giunge alle sue ghiandole salivari. E’ in questo momento che la zanzare diventa infettiva e quando punge un altro volatile vi inocula piccole quantità di saliva portatrici del virus. In questo modo il Virus e si moltiplica e si diffonde ed il rischio di infezione cresce anche per l’uomo. Non esiste passaggio del virus nel contatto tra uomo e uomo o cavallo e uomo: il ciclo comincia sempre da un uccello.

SINTOMI
La presenza del virus nel sangue è di breve durata e spesso, soprattutto nell’uomo, ha decorso asintomatico. Solo nel 15 – 20% dei casi si manifesta dopo un periodo di incubazioni di 3-15 giorni con febbre, mal di testa,dolori articolari, mialgia, nausea e vomito. In meno di un caso su cento la malattia si manifesta con sintomi neurologici, come meningite, meningoencefalite e mielite, associati a febbre alta. In casi rari si manifesta  encefalite, paralisi, disorientamento e coma. La morta sopraggiunta nel 10% dei casi in pazienti con oltre 50 anni ed un sistema immunitario indebolito.

CURE
Non esistono farmaci specifici per poter curare la Febbre del Nilo ma solamente terapie per alleviare la sintomatologia tipica della malattia. Non è stato neppure messo a punto un vaccino.


La febbre del Nilo in Italia

Nel 2009 snono stati diagnosticati in Italia 16 casi umani di WNND (West Nile neuroinvasive disease). Tre le regioni interessate:  Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia.

Il primo caso in Italia risale al 1998, ma si trattava di un cavallo. Il primo caso umano risale allo scorso anno (2008). In totale, nel 2008, sono stati registrati 9 casi: 6 in Veneto (provincia di Rovigo e 3 in Emilia Romagna (Ferrara e Modena).

Nel 2009 i casi fino ad oggi registrati sono 16 in una zona leggermene più ampia rispetto all’anno precedente.

Per saperne di più, vi rimandiamo all’articolo di Eurosurveillance, al rivista europea di vigilanza epidemiologica. West Nile virus transmission with human cases in Italy,  August – September 2009 (html oppure in formato pdf)

I commenti sono chiusi.