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Prostata: disturbi e prevenzione

di Anna 12 ottobre 2010

Cos’è la prostata

La prostata è una ghiandola dell’apparato genitale maschile che interviene nella produzione del liquido spermatico. Si colloca sotto la vescica e davanti al retto e avvolge  parzialmente l’uretra. In un uomo adulto raggiunge circa tre centimetri di dimensione. Proprio per la sua posizione, le patologie che coinvolgono la prostata possono avere delle interferenze con l’eiaculazione, la minzione e la defecazione.

“Man of concern” by Lisa Brewster

Le patologie

Le patologie che si presentano più frequentemente sono l’ipertrofia prostatica benigna e il cancro alla prostata. In caso di carcinoma prostatico, una patologia maligna, le cellule prodotte dalla prostata, che formano la parte liquida dello sperma, mutano in cellule cancerose. Si parla di cancro, invece, quando queste cellule invadono i tessuti circostanti e riescono a diffondersi anche ad altri organi, dando origine a metastasi. Nel 95% dei casi, il tumore è un adenocarcinoma, ma si possono presentare anche tipologie a piccole cellule.

Secondo le stime dell’Airc, in Italia vengono rilevati 9.000 nuovi casi di tumore maligno ogni anno. Si tratta quindi di una patologia molto meno diffusa di quanto si possa pensare, e che ha un’aspettativa di vita elevata: il 70% dei casi supera i cinque anni dalla diagnosi di cancro.

Chi è a rischio

La categoria più a rischio comprende gli uomini sopra i 45 anni, mentre è molto raro tra i giovani. Dai dati divulgati da Airc, un uomo di 40 anni ha una probabilità su 10.000, mentre un uomo tra i 60 e gli 80 anni ha una possibilità su 8. Al di sopra degli 80 anni, è più comune l’insorgere di patologie benigne.

I soggetti che hanno avuto in famiglia casi di cancro alla prostata hanno un rischio potenziale doppio di sviluppare una patologia maligna rispetto alla popolazione sana. Oltre che di familiarità, si può parlare anche di rischio genetico, in quanto la mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2, gli stessi che riguardano il tumore al seno: i soggetti che presentano la mutazione hanno un rischio da 2 a 5 volte maggiore.

Un ulteriore fattore di rischio è dato dalla combinazione dell’ormone insulin-like growth factor 1 e alti livelli di testosterone. E’ stato inoltre dimostrato come anche l’alimentazione incida: una dieta ricca di grassi saturi di origine animale può favorire l’insorgenza del carcinoma alla prostata.

I sintomi

Quando la ghiandola è molto ingrossata, il soggetto può presentare difficoltà e dolore nell’urinare, necessità di urinare spesso, sangue nell’urina o nello sperma, impotenza e dolore alle ossa. La Fondazione Mondiale di Urologia ha messo a disposizione un autotest, una lista di sintomi cui è necessario fare attenzione per fare diagnosi precoce dei tumori alla prostata.

E’ importante riferire tempestivamente al medico se si è soggetti a questi disturbi, tenendo però presente che possono essere causati anche da altri problemi. Anche un ingrossamento della prostata può essere causato da una patologia benigna, e non è quindi necessariamente indice della presenza di un cancro.

Gli esami

Gli strumenti di diagnosi più comuni sono l’esame rettale, che serve per valutare l’eventuale ingrossamento della ghiandola, e il dosaggio del PSA, l’antigene prostatico specifico, la cui alterazione rivela la presenza di cellule tumorali.

Prevenzione

La Società Italiana di Urologia ha indicato un decalogo per fare prevanzione primaria e secondaria del tumore alla prostata. Le linee guida proposte riguardano lo stile di vita alimentare e sessuale, l’attività fisica e i controlli medici. Ogni uomo sopra ai 50 anni dovrebbe sottoporsi a regolari visite urologiche annuali. Il controllo deve prevedere sia l’esplorazione rettale che l’analisi del PSA.

La comunità scientifica internazionale sta dibattendo da anni sull’opportunità di effettuare campagne di screening oncologico per tutti gli uomini asintomati sopra i 50 anni, per rilevare i parametri di PSA. Dallo studio “European randomized study of screening for prostate cancer”, presentato nel marzo 2009 durante il 24° Annual Congress of the European Association of Urology, è risultato che la presenza di PSA nel sangue non dà un’indicazione definitiva della presenza di un tumore maligno.

Una campagna di screening di massa può ridurre la mortalità per carcinoma del 20%, ma, d’altro canto, può portare a un gran numero di diagnosi errate. Il rischio che si corre è quello di sottoporre soggetti sani a lunghe cure inutili o, peggio, all’asportazione della prostata, con i conseguenti problemi di incontinenza e impotenza.

2 risposte a “Prostata: disturbi e prevenzione”

  1. Federica ha detto:

    Sono totalmente d’accordo e come farmacista credo che la prevenzione sia fondamentale. Oltre l’esame del sangue noi per esempio in farmacia abbiamo dei kit di self-testing monouso per la misurazione del TSH: la linea si chiama Prima Home Test.